VIVERE NELLA BOLLA. Valeria Paleologo

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Ho appena letto “Il silenzio e la paura”di Diego Merlo che, come è stato sottolineato, dà voce ai nostri pensieri e i suoi versi mi hanno spinto ad esprimere, sia pur in forma diversa, le mie emozioni.

Anni fa, rimasi profondamente colpita dalla storia di David Phillip Vetter, il bambino che non poteva toccare il mondo. Era affetto da una gravissima e rara malattia, l’ADA-SCID, una grave forma di immunodeficienza congenita che non gli consentiva di avere alcun rapporto con il mondo esterno, se non attraverso una bolla di plastica, costruita appositamente per lui, in cui era vissuto sin dai primi mesi di vita per proteggersi dal rischio di contrarre gravi infezioni.

Via via che David cresceva,la bolla diventava sempre più grande. Nessuno, nè familiari nè medici, poteva toccare David se non con guanti sterili posizionati nella parte esterna della bolla di plastica.

Una vera e propria prigione, da cui David quando aveva sei anni, potè uscire per brevissime incursioni grazie ad una tuta speciale costruita per lui dalla Nasa.

Sul bambino, che non ha mai toccato il mondo, molti scrissero e molti studi vennero fatti. La sua storia commosse non solo me, ma il mondo intero.

Ecco,in questi giorni terribili, mi sembra di vivere sospesa in una bolla senza spazio nè tempo, senza sapere cosa ci riserverà il domani.

Pochissimi i contatti con il mondo esterno e poi un silenzio inquietante e assoluto. Vivo in un quartiere che ho sempre apprezzato per la sua tranquillità,ma ora è eccessiva non si vede e non si sente nessuno .

So che così deve essere,ma mi chiedo quando potremo tornare a toccare il mondo.

David nella sua bolla aveva i suoi giocattoli, noi (o meglio alcuni di noi) abbiamo la musica, i libri, la televisione, internet e ogni genere di comodità. Tutto ciò non basta a rincuorarci e a farci superare questo opprimente senso di isolamento.

Oggi per me è una giornata cupa e scura,ma mi sforzo di dire che dobbiamo essere positivi. Faccio mia una frase di Catone che, in questi giorni, ho letto spesso:

“Anche se il timore avrà più argomenti,

scegli la speranza e metti fine alla tua angoscia.”

(le foto di David Phillip Vetter sono riprese dal web)

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