La mia storia con S. Rita

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A tutti noi è capitato di avere dei déjà-vu.

Qualche giorno fa mi trovavo vicino la chiesa di S. Rita, qui a Palermo e sono entrata…

Cosa c’entro io con Santa Rita?

Tutto inizia “qualche” anno addietro…quando mia mamma si accorse di essere incinta, proprio di me.

Dopo un inizio di gravidanza abbastanza semplice arriva qualche problema. La mamma molto cattolica sia affida a S. Rita. Le chiede protezione.

I mesi scorrono tra tante difficoltà, ma nonostante tutto, decide che tra i vari nomi che mi verranno imposti ci sarà anche Rita.

Alla fine mi chiameranno Maria Antonietta Anna Rita (detta Antonella!)

Nonostante la preoccupazione vengo alla luce sana (qualcuno oggi non la pensa così!).

Dall’età di quattro/cinque anni e per moltissimi altri a seguire mia mamma inizia a portarmi per il 22 maggio, data in cui si svolge “il rito delle rose” dedicato proprio alla Santa, in questa bellissima chiesa dove avviene la benedizione di questi fiori.

Ricordo ancora la sensazione, chiesa gremitissima, tutti con le rose alzate al cielo nell’attesa della benedizione. Molti indossavano l’abito bianco e nero che indossava Rita.

Ricordo l’odore forte dei fiori, la quantità di persone e la mia statura di bimba piccola che non riusciva a vedere nulla!

Alla fine della cerimonia andavamo nell’attiguo chiostro che per chi non lo conoscesse merita necessariamente una visita.

Ecco questa in breve è la mia storia con Santa Rita.

Questo “rigurgito” è l’esito di una domenica mattina tra le vie di Palermo.

Invece questa è la storia.

La bellissima Chiesa di S. Agostino a Palermo è dove si svolge il rito delle Rose dedicato a Santa Rita.

Ogni giorno, numerosi devoti affluiscono nella chiesa che è stata ribattezzata “di Santa Rita”.

In particolare, vi si affollano per tutti i giovedì dell’anno, abbigliati per dedizione con l’abitino nero e bianco, stretto dalla cintura agostiniana.

E ancora oggi la venerazione espressa all’interno della trecentesca chiesa e convento di S. Agostino, nel quartiere Capo, esprime il culto per una Santa che il popolo palermitano venera per i suoi interventi nei casi più disperati, e perciò ha definita la “Santa degli impossibili”.

Rita, singolare portatrice del miracolo e persona eccezionalmente forte nello spirito, nacque a Roccaporena, nella provincia Umbra, nel 1381. I suoi genitori le imposero il nome di un fiore: Margherita, e da qui il diminutivo, Rita.

Particolare e incessante il pellegrinaggio che i devoti compiono il 22 maggio, giorno in cui ricorre la festa della Santa, in concomitanza della sua morte, avvenuta il 22 maggio 1457.

Con epistola papale di Leone XIII del 24 maggio del 1900, Essa  assunse agli onori degli altari, e venne presentata come la “Gemma dell’Umbria”.

La celebrazione raggiunge l’apice con la commovente benedizione delle rose, poi gelosamente conservate nelle case dei fedeli, affinché possano proteggere la famiglia da ogni male.

La rosa fu scelta come rappresentazione della santificazione, dalla stessa santa. Racconta la leggenda che, costretta a letto da quasi quattro anni, Rita fu visitata da una sua cara parente la quale, nel congedarsi, le domandò se desiderasse qualcosa da casa sua.

Rita rispose che desiderava una rosa dal suo orticello di Roccaporena, desiderio quasi impossibile da esaudire, stante il fatto che si era nel rigido mese di gennaio. La parente trovò invece con sua sorpresa una bella rosa fiorita e fresca in mezzo al rosaio dell’orto di Roccaporena.

Si premurò allora di portarla alla Santa che, dopo averla odorata, ringraziò il Crocifisso e ne fece dono alle sue consorelle, stupite di tanta gentilezza, per ringraziarle di tante premure durante la sua malattia. Da quel dì al maggio susseguente il tempo fu breve. Essa sarebbe volata al cielo per divenire un petalo della “candida rosa”.

Il culto per la Santa, a Palermo si diffuse nel 1922“.

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