Intelligenza artificiale: gli algoritmi del machine learning. Quali sono i rischi ed i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale – Marcello Mussolin

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Dunque…

Lo so che non si comincia un discorso od uno scritto con dunque, ma dovevo trovare il modo di introdurre quello che vi volevo raccontare e non mi veniva nessuna idea brillante, o almeno leggermente luminosa…

Sta di fatto che vi voglio parlare dell’evento che si è svolto il giorno 30 maggio presso l’ex chiesa di San Mattia ai Crociferi a Palermo e che abbiamo chiamato “Intelligenza artificiale, gli algoritmi del machine learning. Quali sono i rischi ed i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale”? 

Quando dico “abbiamo” mi riferisco ad una strettissima collaborazione tra noi di Palermo Felicissima, la sempre attiva Stefania Chiavetta e la regia di Vincenzo Cecè Gagliano, che ha avuto – tra l’altro – il merito di farci incontrare.

Tra l’altro, San Mattia del Crociferi è un posto – location si direbbe – interessantissimo: ubicata nel centro storico della città, precisamente in via Torremuzza, di stile barocco e neoclassico, con un interno di gran pregio, è stata sconsacrata e non viene più utilizzata per scopi religiosi. Attualmente, l’edificio è sede di eventi culturali come il nostro e mostre temporanee. 

Durante l’evento – ed andiamo alla descrizione – esperti e appassionati si sono riuniti per discutere e approfondire il campo dell’intelligenza artificiale. Gli intervenuti principali sono stati Massimo Tutone, Ingegnere informatico; il “nostro” Marcello Troisi, specializzato in tecnologie informatiche; Ninni Terminelli, avvocato penalista e social media manager; e Natalie Di Matteo, pedagogista.

I titoli accademici metteteli poi voi, per me sono Massimo, Marcello, Ninni e Natalie.

L’intelligenza artificiale (IA) è un ramo della scienza informatica che si occupa dello sviluppo di sistemi e programmi capaci di svolgere attività che richiedono intelligenza umana. L’obiettivo principale dell’IA è quello di creare macchine che siano in grado di apprendere, ragionare, risolvere problemi e prendere decisioni in modo autonomo, simile al modo in cui lo farebbe un essere umano.

Si basa su algoritmi e modelli matematici complessi, che consentono alle macchine di analizzare enormi quantità di dati e trarre conclusioni o effettuare previsioni. Questi sistemi possono essere addestrati utilizzando tecniche di machine learning, che permettono alle macchine di apprendere dai dati e migliorare le proprie prestazioni nel tempo.

L’evento ha fornito un’opportunità per condividere conoscenze, esperienze e scoperte nel campo dell’IA, nonché per esplorare – soprattutto – le implicazioni etiche e sociali legate al suo sviluppo e utilizzo.

Il pubblico è intervenuto spesso e con cognizione di causa nell’ampio dibattito – tra pessimisti ed entusiasti – che si è sviluppato al termine delle relazioni, dibattito che possiamo, in qualche modo, così sintetizzare: 

Natalie Di Matteo

Automazione e miglioramento dell’efficienza: l’IA consente di automatizzare compiti ripetitivi e laboriosi, liberando le risorse umane per attività di maggior valore. Ciò aumenta l’efficienza dei processi e permette alle aziende di concentrarsi su attività più creative e innovative.

Capacità di analisi dei dati: l’IA è in grado di elaborare grandi quantità di dati in tempi molto più brevi rispetto alle capacità umane. Questo permette di identificare modelli, tendenze e relazioni altrimenti non evidenti, fornendo informazioni preziose per prendere decisioni informate e sviluppare strategie efficaci.

Personalizzazione e miglioramento dell’esperienza utente: l’IA viene utilizzata per fornire esperienze personalizzate e su misura per gli utenti, ad esempio nelle raccomandazioni di prodotti o servizi basate sui loro gusti e preferenze. Ciò migliora l’esperienza utente e favorisce la fidelizzazione dei clienti.

Applicazioni in campo medico: l’IA ha il potenziale per rivoluzionare il settore sanitario, consentendo diagnosi più accurate e precoci, facilitando la scoperta di nuovi farmaci e migliorando la cura dei pazienti. l’IA può analizzare grandi dataset medici, individuare pattern e fornire suggerimenti ai medici per migliorare le decisioni cliniche.

Di contro, il lato “pessimista” dell’incontro ha evidenziato problemi e sfide impegnative: 

Disoccupazione tecnologica: L’automazione fornita dall’IA può portare alla sostituzione di alcuni lavori umani, causando preoccupazioni per la perdita di posti di lavoro. Settori come la produzione, il trasporto e i servizi potrebbero subire una significativa riduzione dell’occupazione umana.

Impatto sulla privacy e sicurezza dei dati: l’uso dell’IA richiede la raccolta e l’elaborazione di enormi quantità di dati personali. Questo solleva preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati, come la possibilità di accessi non autorizzati o di abusi delle informazioni personali.

Bias (*) e discriminazione: Gli algoritmi di IA possono essere influenzati da pregiudizi e discriminazioni presenti nei dati di addestramento, perpetuando e ampliando le disuguaglianze sociali. È fondamentale sviluppare modelli di IA che siano equi, imparziali e che tengano conto dei diversi contesti culturali.

Minacce per la sicurezza: L’IA può essere utilizzata anche per scopi malevoli, come l’hacking informatico avanzato, la manipolazione delle informazioni o la creazione di armi autonome. Questo solleva interrogativi etici e richiede regolamentazioni adeguate per mitigare tali rischi.

I nostri ospiti, ognuno per la propria differente competenza ed esperienza, ed in ciò sollecitati da pubblico, hanno affrontato – ognuno dal proprio punto di vista – diverse tematiche riguardanti l’applicazione pratica dell’intelligenza artificiale. Hanno discusso (Troisi, Tutone) degli algoritmi di machine learning e di come vengono addestrati per apprendere dai dati, nonché delle sfide e delle opportunità dell’IA nell’ambito dell’automazione e dell’ottimizzazione dei processi, anche e soprattutto in campo medico (e purtroppo anche militare). 

Marcello Troisi

Ed ancora (Terminelli), sugli aspetti legali e di sicurezza dell’intelligenza artificiale, soprattutto sulle questioni legate alla privacy e alla protezione dei dati personali, nonché le responsabilità legali connesse all’utilizzo dell’IA. L’Avvocato ha anche affrontato il tema della manipolazione dell’opinione pubblica attraverso l’uso dell’IA sui social media, anche con esperienze personali.

Abbiamo, poi, provato con gli intervenuti a “giocare” creando immagini generate da uno dei tanti programmi che permettono il c.d. “text to image”. Se è vero che la IA offre la possibilità di generare immagini creative e originali nell’ambito dell’arte, del design e della pubblicità che possono fungere da fonte di ispirazione per lo sviluppo di nuove forme espressive, contribuendo a spingere i confini della creatività umana, è altrettanto vero che l’utilizzo di immagini generate da IA solleva questioni etiche e legali di rilievo. L’impiego di immagini generate artificialmente può contribuire a confondere i confini tra realtà e finzione, portando a potenziali abusi, quali la manipolazione delle immagini o la creazione di contenuti falsi.

Ed infine (l’ordine con il quale ho riportato le cose non è per nulla studiato, è che non essendo una IA, e neanche una intelligenza tanto normale mi scordo le cose…), un’importante prospettiva educativa sull’intelligenza artificiale. 

L’assuefazione alla IA può comportare diversi problemi cognitivi (Di Matteo) che è importante comprendere e affrontare. 

Ninni Terminelli, foto del convegno dal suo profilo FB

L’assuefazione alla IA, per esempio, potrebbe portare a un’accezione acritica delle informazioni fornite dall’IA, in cui le persone tendono a cercare e accettare solo le informazioni che confermano le loro convinzioni preesistenti, ignorando o respingendo quelle che le contraddicono.

L’IA può presentare un’ampia quantità di informazioni: le persone (in qualche modo come succede con wikipedia) potrebbero essere inclini a considerare solo le informazioni fornite dall’IA, ignorando altre fonti di conoscenza o prospettive alternative. Ciò, inoltre, potrebbe portare a una riduzione della riflessione critica e della valutazione attenta delle informazioni, con una smisurata fiducia nelle sue capacità, senza una valutazione critica delle sue limitazioni o delle possibili fonti di errore. Le persone potrebbero tendere a seguire ciecamente le indicazioni o i suggerimenti dell’IA senza metterli in discussione.

Quali le conclusioni? 

Massimo Tutone

Detto e ridetto, ma è bene soffermarci su questo punto: è importante mantenere una consapevolezza critica e una capacità di valutazione indipendente delle informazioni fornite dall’IA. È fondamentale continuare a esaminare criticamente le fonti, considerare prospettive alternative e valutare attentamente la validità e l’affidabilità delle informazioni presentate. Inoltre, incoraggiare la diversità delle fonti di informazione e promuovere il pensiero critico può contribuire a ridurre l’impatto dei bias cognitivi legati all’assuefazione alla IA.

Detto questo, come vi ho detto “non essendo una IA, e neanche una intelligenza tanto normale mi scordo le cose…” per cui questo articolo… è stato scritto da Chat GPT. O no? 

p.s. abbiamo gran materiale sull’argomento. Se volete, scriveteci su blogpalermofelicissima@gmail.com

(*) Bias=  bias, o meglio bias cognitivi, sono delle distorsioni che le persone attuano nelle valutazioni di fatti e avvenimenti. Tali distorsioni ci spingono a ricreare una propria visione soggettiva che non corrisponde fedelmente alla realtà. In sintesi, i bias cognitivi rappresentano il modo con cui il nostro cervello distorce di fatto la realtà.

Stefania Chiavetta

Il significato di bias in italiano è pregiudizio. L’etimologia del termine “bias” è incerta, ma studi accreditati collocano l’origine in Francia e nella lingua provenzale con la parola biais ovvero “obliquo”, “inclinato”. Ma da dove nascono queste distorsioni? Traggono origine dal pregiudizio. Le persone costruiscono delle vere e proprie mappe mentali, degli stereotipi, dove si annidano i bias. I bias cognitivi derivano da esperienze e concetti preesistenti non necessariamente connessi tra loro da legami logici e validi. Ogni giorno, più volte nella giornata, molte delle nostre decisioni sono governate da un bias, sono influenzate dagli stereotipi. A volte queste strategie innate ci portano fuori strada, altre volte invece la scorciatoia scelta si rivela buona.

(https://www.noemahr.com/cosa-sono-i-bias/#:~:text=Il%20significato%20di%20bias%20in,Traggono%20origine%20dal%20pregiudizio.)

n.b.: Foto, salvo ove indicato e quella dei carri armati, sono mie. Appena Vincenzo Gagliano deciderà di farsi fotografare, metteremo pure quella sua….

da six, Natalie Di Matteo, Marcello Troisi, Marcello Mussolin, Stefania Chiavetta, Ninni Terminelli, Massimo Tutone

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