Sant’Oliva, di Paola Pace La Pegna
S.Oliva
Per la serie: ‘I protettori (sacri e profani) di Palermo’, oggi cerchiamo di ampliare un po’ la figura di S. Oliva.
Badate bene… non Olivia, ma Oliva, proprio come il frutto a noi palermitani tanto caro, in ogni sua variante di colore e sapore.
Ma non divaghiamo.
Oliva (dal latino Oliba), raffigurata sempre con un rametto di ulivo in mano e festeggiata il 10 giugno, data della sua morte, è palermitana DOC, infatti nasce a Palermo nel 448 d.C., da nobili genitori cristiani.
Ha appena 6 anni, quando il vandalo Genserico conquista la Sicilia, e cominciano tempi bui per i cristiani.
Verso i 13 anni la futura Santa si fa notare dagli invasori, in quanto divenuta conforto e sostegno cristiano ai carcerati, e non potendo essere martirizzata a causa delle sue nobili origini, Essa viene esiliata a Tunisi.
Qui, invece di ‘redimersi’, la giovinetta comincia a convertire al cristianesimo i pagani ed ad operare i primi miracoli, guadagnandosi’ così l’esilio nel deserto, dove, nelle intenzioni del governatore AMIRA, doveva finire morta per fame e sete o, nell’ ipotesi più fortunata, sbranata da qualche fiera di passaggio, ed invece vive miracolosamente per molti anni…
Resiste anche al tentativo di violenza da parte di alcuni carovanieri, che finiscono invece per inchinarsi a lei e convertirsi.
A questa notizia il Governatore la fa riportare in città ed incarcerare. Subirà le più atroci torture, da cui uscirà sempre miracolosamente indenne, finché morirà per decapitazione nel 463; narra la leggenda che, dopo l’esecuzione, tutti i presenti videro chiaramente uscire dal corpo decapitato una colomba (simbolizzazione dell’anima) che volò subito alta nel cielo..
Nonostante la sua morte, la fama di Oliva, già in odore di santità, si rafforza sempre più.
Finalmente, dopo che più volte era stato chiesto (e sempre rifiutato) che il corpo della giovane martire rientrasse in Sicilia, dopo il 1300 Oliva torna a Palermo, grazie ad alcuni fedeli che ne rapiscono le spoglie e la riportano a casa per darle cristiana sepoltura in un luogo segreto (pare individuato vicino a Casa Professa, o secondo un’altra ipotesi, all’ interno della chiesa di S. Francesco di Paola).
L’ultimo giaciglio terreno della Vergine martire doveva rimanere celato ai più perché gli arabi non volevano proprio mollare Oliva, convinti com’erano che, come diceva un’antica profezia, ‘..la loro religione ed il loro potere sarebbero scomparsi assieme al corpo della Vergine Santa..’, Oliva, appunto.
Proclamata Santa pochi anni dopo la sua morte, S. Oliva fu patrona di Palermo dal 1606 fino al 1624, quando, col ritrovamento delle reliquie ed il conseguente ‘miracolo della peste’, S. Rosalia diventa per il popolo ‘la Santuzza’, spazzando via la concorrenza di Oliva e delle colleghe Ninfa, Cristina e Agata (che sarà più fortunata in quel di Catania), e rimanendo unica proprietaria del culto e del cuore dei palermitani… ma questo è un altro capitolo della caleidoscopica storia di Palermo.
Tornando ad Oliva, rimangono in città a ricordarla la Chiesa a Lei intitolata, in Corso Calatafimi, il vecchio Piano di S. Oliva, davanti Porta Carini, e la più famosa Piazza.
A Tunisi, invece, dove è rimasto molto forte e ‘sentito’ il suo culto, troviamo una moschea, che in realtà è la chiesa edificata dai primissimi convertiti in terra d Africa da Oliva, e poi ‘riformata’ dagli arabi in un proprio luogo di culto, lasciandole però, tradotto in arabo, il nome della Santa per paura di anatemi, da qui ‘Moschea dell’Oliva'(Jāmi al-zaytūna). Inoltre, intitolata a S. Oliva è anche la Cattedrale della città.
A pensarci, la nostra ‘ragazzina’ dimenticata è riuscita a creare un ponte tra le due religioni più importanti del mondo, in quanto a proseliti..
Come dire, ancora una volta, ‘Nemo profeta in patria’…
Alla prossima
Paola
i link ai nostri precedenti articoli:
http://www.palermofelicissima.it/2018/03/07/1204/
http://www.palermofelicissima.it/2018/03/05/1193/
/http://www.palermofelicissima.it/2017/10/22/le-cinque-patrone-di-palermo/
http://www.palermofelicissima.it/2018/02/18/palermo-di-notte/