Centro di gravità permanente

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Currucucù, Paloma!

Franco Battiato ci raccontava: “Le Penne stilografiche con l’inchiostro blu, la barba col rasoio elettrico non la faccio più“.
Testo che critica il conformismo e, contemporaneamente, va alla ricerca di stabilità.

Franco Battiato ho avuto la fortuna di vederlo in concerto più volte e di stringergli la mano una volta.
Purtroppo se ne è andato stamattina, martedì 18 maggio 2021.

Nel testo della canzone “Centro di gravità permanente“, Battiato fa riferimento è al gesuita italiano Matteo Ricci, vissuto nel XVI secolo, euclideo (cioè seguace degli insegnamenti rigorosi e razionali del matematico greco Euclide), missionario in oriente che si camuffava da monaco buddista per entrare nelle grazie dell’impero orientale e evangelizzare la Cina dal suo interno.
La critica è rivolta alle mistificazioni e alla Chiesa Cattolica che nei secoli ha sempre cercato la supremazia sulle altre dottrine.

Nel quadro di Emile Bernard “Femmes bretonnes aux parapluies” perchè le donne con cappello usano gli ombrelli di carta di riso? Forse vogliono distinguersi in maniera eccentrica.

Perchè mai Emilio Salgari, dal mare di Sandokan, si sposta in “Racconti di Montagna” a parlare con sospetto dei furbi contrabbandieri macedoni che attaversano i Balcani? Probabilmente voleva dimostrare di saper cambiare stile e luogo.

E perché ancora, Rudyard Kipling nel suo romanzo “Capitani Coraggiosi” porta Harvey, un ragazzo viziato e prepotente, a lavorare come pescatore sui Banchi di Terranova? Immagino volesse dimostrare che il caso può cambiarci.


Battiato stesso si trova a passeggiare per le strade di Pechino a raccogliere ortiche per il 35 Maggio di Yu Hua, nel 1989, per partecipare alla manifestazione in piazza Tiananmen.

Denuncia l’irrequietezza, la ricerca di un punto di riferimento, di un centro assoluto.

Però il punto, spesso frainteso, è questo: Battiato esemplifica fino al paradosso, non pensa quello che dice, così come non preferisce l’insalata a Beethoven o l’uva passa a Vivaldi, ma si fa portavoce di un sentimento comune di critica estrema e spesso insensata:
“il classico non mi piace niente”, anche quello che non esiste come il free-jazz-punk-inglese che è al limite dell’esistenza… e quindi mi lamento”, proprio in virtù del fatto che siamo perennemente vittime dei nostri comportamenti meccanici, delle idee degli altri e lontani da un centro di gravità permanente.

Credo sia stato un grande contestatore dell’instabilità culturale ed anche un cultore della memoria affettiva.
D’altronde la ricerca del “Centro di gravità permanente” è forte in tutti noi e presente in molti autori.

Tutti ricordiamo alcune sequenze del film “Bianca” di Nanni Moretti, celebre per la Sacher Torte e la Nutella, in cui il suo personaggio, Michele Apicella, è portato ai limiti patologici dell’intransigenza e autarchia, causati dalla società instabile, fino a rendersi omicida.

Anche Michele Serra nel suo libro “Il nuovo che avanza” nel capitolo “L’assassino”, racconta che “finalmente è stato arrestato l’assassino di negozi”.
Dopo distruzioni apparentemente senza senso e alcuni insensati omicidi, Pedrotti è ora pronto a confessarsi.
Perché tanto astio contro la bicchieroteca?
Cosa gli ha provocato tanta rabbia verso la Sorbetteria della nonna e i suoi centodieci tipi di gelato?
Perché non è riuscito a trattenersi di fronte ai ‟validi” calzini di L’alluce e il pollice?
E soprattutto, cos’ha contro il mobiletto a rotelle Ibigibi?
Uno psicologo cercherà di fargli raccontare le radici del suo astio contro le moderne forme di commercio.
Anche qui emerge il “senso di gravità” mancante, denunciato da Battiato.

Sono personalmente grato a Battiato e mi sono mancate le nuove canzoni che avrebbe potuto scrivere in questi ultimi anni. Restano le vecchie che sono sempre attualissime.
Ciao Franco.

[Marcello Troisi]

Centro di gravità permanente

Una vecchia bretone
Con un cappello e un ombrello di carta di riso e canna di bambù
Capitani coraggiosi
Furbi contrabbandieri macedoni
Gesuiti euclidei
Vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori
Della dinastia dei Ming
Cerco un centro di gravità permanente
Che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente
Avrei bisogno di
Cerco un centro di gravità permanente
Che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente
Over and over again
Per le strade di Pechino erano giorni di maggio
Tra noi si scherzava a raccogliere ortiche
Non sopporto i cori russi
La musica finto rock la new wave italiana il free jazz punk inglese
Neanche la nera africana
Cerco un centro di gravità permanente
Che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente
Avrei bisogno di
Cerco un centro di gravità permanente
Che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente
Over and over again
You are a woman in love
Baby I need your love
I want your love
Over and over again
Come in into my life
Baby, I want to give you my soul
Baby, I need your love

L’immagine in evidenza è tratta dal sito ufficiale Franco Battiato Franco Battiato: Sito ufficiale – Franco Battiato
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