Congiunti, di Maria La Bianca

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Perché le parole sono importanti (oltre le polemiche)

Oltre la definizione giuridica, il congiunto prima ancora di essere un sostantivo è un participio passato.

È quindi imprescindibile che la congiunzione ci sia stata.

Di quale natura sia tale congiunzione sta alla sensibilità e ragionevolezza individuale valutare per riconoscere se il tempo trascorso da allora ad ora, nei due mesi circa di distanza fisica, abbia mantenuto al legame la caratteristica di stabilità prescritta.

Stabilità, capacità di resistere a forze o sollecitazioni esterne, che resiste e si conserva anche e soprattutto, aggiungerei in contrasto con la definizione statica del dizionario, pur subendo quegli inevitabili cambiamenti e modificazioni necessitati e auspicabili nel percorso della vita, sempre.

Stabilità, allora, come capacità di restare congiunti nella distanza, di rafforzarla addirittura la congiunzione, proprio in virtù di quell’affetto che ne è insieme nutrimento e fioritura. 

Affetto, dalla qualità di sapersi lasciare colpire da stupore, come aggettivazione, al sentimento sostantivato dall’esordio istintuale fino alla sua nobile commozione, privata o sublimata, della e nella eventuale pulsione sessuale.

Mettiamoli insieme questi tre termini: congiunto, stabile, affetto.

Un affetto nato da una congiunzione divenuta stabile è, proprio in virtù del sentimento provato, inevitabilmente portato a scegliere il bene dell’altro piuttosto che la gratificazione immediata di un bisogno. Quando questo sentimento si reciproca tra i congiunti, allora non c’è pericolo che l’affetto diventi affezione, fenomeno passivo della coscienza irrimediabilmente condizione dovuta a causa patogena.

Non sono le prescrizioni di legge che limitano la vicinanza o permettono di accorciare le distanze, mantenendole sempre ad almeno un metro, a cambiare né l’intensità né la stabilità di un sentimento che, viste le premesse espresse, non potremo non chiamare d’amore, e il rispetto delle misure di prevenzione della patologia e di sicurezza per la salute lo valida più che qualunque altra retorica prova.

E se fosse sempre, stabilmente, proprio l’amore a regolare i nostri comportamenti e a con-muoverci verso l’altro, nella sua declinazione plurale?

Allora sì che potremmo dire, con Sant’Agostino, ama e fa’ ciò che vuoi! Spinti dalla verità, o dalla sua ricerca, per quanto in nostro potere, nel riconoscere e dichiarare affetti e stabilità.

Perché è sempre la verità che ci rende liberi, anche di amare.

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