Marylin val bene un pizzino… una conversazione con Savina Cusimano

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Dove il pizzino non è certo quello che saremmo portati a pensare, ma la Marylin è sicuramente Lei:  quella unica, inimitabile ed immortalata per l’eternità da quel genio artistico che risponde al nome di Andy Warhol.

La nostra Antonella ha incontrato nei giorni scorsi Savina Cusimano, Responsabile per la Sicilia della Rosini Gutman Foundation, che ha portato a Palermo “ Andy Warhol, L’arte di essere famosi” la mostra dedicata al “guru” della pop art.

La mostra sta riscuotendo nella nostra città un enorme successo, e già nei giorni scorsi ce ne siamo occupati.

Ma ora, in questa cordiale chiacchierata, Savina ci racconta come è riuscita nel suo intento, con un aneddoto divertente sulla mostra e – per l’appunto – sui pizzini….

Ho impiegato circa dieci anni per riuscire a portare a Palermo questa mostra” – racconta la signora Cusimano.

Avevo provato a interessare “tutti”, da Miccichè nella precedente Sua gestione della Assemblea Regionale Siciliana, ai suoi successori, ai vari Sindaci, agli assessori. Insomma, tutti quelli che avrebbero potuto darmi la possibilità di raggiungere il mio obiettivo.

In tutti questi anni cercavo uno spazio espositivo, ma sembrava che non ce ne fossero di disponibili. Niente.

Poi una sera, quattro o cinque mesi fa ho incontrato il sindaco alla inaugurazione della “Casa della Donna”  e quando l’ho visto ho pensato … ma a “questo” non gli devo chiedere niente?

Ma c’era un problema: “Non avevo carta né penna”.

Poco distante c’era una signora… di quelle signore eleganti della  borghesia palermitana, magari un po’ demodè ma sicuramente di una eleganza antica, con una borsetta anni 30 in linea con il personaggio.

Scusi, ha un “pizzino”?

Un pizzino ?

No, mi risponde. Comunque aspetti…. Apre la borsetta e mi dice “ho una ricevuta di un bancomat…”  A quel punto qualunque cosa andava bene. Fattamela dare, l’ho girata, ho afferrato una penna ed ho scritto il mio messaggio: caro Sindaco, mi chiamo Savina Cusimano, il mio numero di telefono è …. ho bisogno di uno spazio per fare la mostra di Andy Warhol a Palermo. 

Così, secco.

Dopo di che mi dirigo sicura verso il sindaco – che stava finendo di parlare con una persona – mi avvicino e gli dico a bruciapelo “ Sindaco, ho un pizzino di carta per lei!”

Parlare di “pizzini” nella nostra terra non è certo il massimo, ed infatti il sindaco è rimasto alquanto interdetto … “un pizzino ? e che c’è scritto?”

No guardi, non si preoccupi, c’è scritto che voglio fare una mostra su Andy Warhol, ma mi hanno detto che non c’è spazio.

Come non c’è spazio ? Parli con l’assessore…. 

No l’assessore mi ha detto che non c’è spazio a Palermo.

Orlando allora mi guarda e mi dice: mi mandi una email, dandomi il suo indirizzo di posta elettronica che opportunamente provvedo a trascrivere sul famigerato “pizzino”.

E da lì, conclude Savina, è un susseguirsi di eventi: grazie a Leoluca Orlando, dopo quindici giorni mi ha chiamato il Sovrintendente del Palazzo S.Elia, il dott. Antonio Ticali, per un appuntamento perché questa mostra aveva trovato il suo spazio.

Cosa dire? ho cominciato a cercare questo spazio espositivo che avevo cinquantuno anni  e finalmente, arrivata ai sessantuno, ho realizzato il mio desiderio: questa mostra di Andy Warhol mi ripaga di tutte le varie pecche, gli intoppi e le lungaggini intervenute nel frattempo. Per me è importante: volevo fare una “cosa” carina per Palermo, dalla quale mancavo da 40 anni, dopo aver vissuto a Roma.

Perché Palermo: perchè sono contro la desertificazione della Sicilia e vorrei che tutti quelli che sono stati fuori possano rientrare perchè questa è un terra bellissima, Palermo è una città bellissima.

e… felicissima, aggiungiamo noi.

Grazie signora Savina Cusimano, ed a presto.

Marcello e la Pop… di marcello mussolìn.

Liz Taylor, Marilyn Monroe, Liza Minnelli e gli Stones a Palermo a Palazzo S. Elia (di Marcello Troisi)

3 pensieri riguardo “Marylin val bene un pizzino… una conversazione con Savina Cusimano

  • 28/12/2017 in 19:34
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    Peccato la mancanza di audioguide, i cartelloni esplicativi poveri e messi lontani dall’ entrata delle stanze, peccato che la mostra sia stata affidata all’alternanza scuola lavoro e che su tanti ragazzi solo 2 o 3 “lavorassero” in modo serio mentre tanti pascolavono e sghignizzavano (io sono per la sacralità dell’arte ). Però Andy è Andy!

    • 28/12/2017 in 19:40
      Permalink

      É vero purtroppo e mi associo alla tua visione. Però mi piace guardare al bicchiere mezzo pieno: abbiamo tanto bisogno di queste cose. Mi hanno scritto dicendo che Palermo Capitale italiana della cultura “ce” la siamo meritata, ma non è vero, se la è meritata Palermo. Spero che col contributo tuo, mio e di tanti di riuscire, almeno in parte, a renderle merito

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