I Florio, di Luisa Trapani – Parte I

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C’erano una volta, i FLORIO.

Come tutte le belle favole anche questa può iniziare così, anzi c’era una volta Paolo Florio, calabrese di Bagnara che nel 1890 decise con il cognato Paolo Barbaro di avviare il commercio di droghe e spezie in Sicilia.

Comincia così, l’avventura dei Florio nella nostra terra. Dopo molti viaggi la decisione di aprire la prima bottega per il commercio in Via Materassai, al piano di San Giacomo alla marina, centro del cuore economico della Palermo dei primi dell’ottocento.

Gli affari furono subito fiorenti, così nel giro di pochi anni aprirono altre sedi, un magazzino nella stessa piazza San Giacomo ed un altro alla dogana come punto di smistamento di merci non destinati alla aromateria di Palermo.

I Florio - Sepoltura monumentale
I Florio – Sepoltura monumentale

Ben presto come spesso accade anche Paolo Barbaro e Paolo Florio si separano e Florio continuerà da solo il commercio delle spezie nella sua aromateria che si distingueva dalle altre per il grandissimo assortimento.

Di Paolo Florio sappiamo che aveva contratto matrimonio con Giuseppina Saffiotti anche lei calabra e che da questo matrimonio ne era nato il figlio Vincenzo il 4 Aprile del 1799. Pochi anni dopo e precisamente otto, Paolo Florio morì lasciando come erede universale il suo Vincenzo. Nel suo testamento specifica però, vista la tenera età di Vincenzo, di lasciare l’amministrazione della ditta nelle mani del giovane fratello Ignazio che viveva ancora a Bagnara.

Nacque così I. & V. Florio. E fu proprio Vincenzo il principale artefice della fortuna dei Florio. Appena maggiorenne decise la ristrutturazione della bottega e chiamò numerose maestranze e commissionò a Quattrocchi la celebre insegna destinata a caratterizzare tutte le attività commerciali dei Florio.

Quattrocchi scolpì la scena di un leone malato, flesso a bere le acque benefiche di un ruscello ai cui argini cresceva la china. L’insegna era il simbolo del chinino, antipiretico naturale contro le febbri malariche.

Ben presto, però, essendo quest’ultimo riconosciuto come vero medicinale, Vincenzo dovette aprire una farmacia che diede in gestione ad un altro parente; pare fosse un cugino tale Artibali.

Nel 1830 insieme ad un gruppo di amici palermitani, tra cui G. Bordonaro, G. Lanza di Branciforti, E. Lucchesi Palli e l’inglese Ingham, Vincenzo fonda una nuova società denominata Società dei battelli a Vapore. Acquistarono un primo battello e lo chiamarono: Palermo. Con esso cominciarono le tratte di collegamento con malta e napoli.

La flotta ben presto fu allargata con l’acquisto dell’ Indipendente e del Corriere Siciliano.

Nel 1856, altro anno fortunato per i Florio, ottennero l’appalto per il servizio postale tra Napoli – Palermo – Messina

Leggi la II parte…

Luisa Trapani

(foto mm x p.f.)

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