SAFE ON BOARD! La didattica al tempo del Covid, di Adria Tomasino

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Un articolo semiserio di Adria Tomasino (*)

L’anno scolastico iniziava con mille  paure e divieti: primo tra tutti, la distanza sociale. Ma la didattica non si fa intimidire e trova sempre un modo per adattarsi al contesto.

Mi è venuta in mente la trasmissione ‘Per un pugno di libri’, la scelta di comunicare le risposte delle squadre tramite una semplice lavagnetta. E se la usassimo in classe? Ho subito scartato la lavagnetta coi gessetti. Tra allergie e mascherine non era proprio il caso.

Foto di Ivan Bertolazzi da Pexels

Sono andata in cartoleria  a chiedere alla mia fornitrice di penne preferita. Confesso di aver avuto sempre un debole per i materiali di cancelleria.  Mi ha confermato che esistono le lavagnette bianche formato A4. Ne ho comprato una, col suo pennarello ad acqua.  

Ho scritto qualcosa, l’ho appoggiata sul divano e mi sono messa a distanza, simulando quella tra la cattedra e l’ultimo banco. Esame optometrico superato! Funzionava. Ho deciso allora  di lanciarmi: l’ho adottata nelle mie classi e proposta alle colleghe.

 Nel quartiere della mia scuola le lavagnette sono andate sold out e adesso fanno UFFICIALMENTE parte del kit dello studente per le lezioni d’inglese. Anche le altre “prof”  stanno sperimentando con entusiasmo l’uso delle lavagnette nelle loro classi!

‘Ah, ti serve per l’inglese?’, usano dire adesso i cartolibrai da quelle parti. La lavagnetta si è rivelata uno strumento utile e divertente. Un moltiplicatore di idee e possibilità: più la usi e più  inventi attività e modalità di interazione.

La lavagnetta per i ragazzi è un giocattolo. Credo che, tra le cose che contiene lo zaino, essa abbia raggiunto livelli di popolarità pari solo all’astuccio con penne e colori o al diario. 

Con la lavagnetta si ristabiliscono dinamiche comunicative all’interno del gruppo classe, altrimenti negate dal ‘social distancing’.

 E si può interagire con parole, segni, disegni.

La lavagnetta offre all’insegnante un colpo d’occhio su tutta la classe: chi interviene e come.

La correzione degli errori è rapida e indolore. La memorizzazione delle forme corrette è supportata dalla visualizzazione delle altre lavagnette: la maggior parte degli alunni ha quasi sempre ragione. 

L’alunno ha una motivazione forte a non ripetere l’errore e comunque l’errore non è altro che un fisiologico  step nel processo di apprendimento.

L’uso della lavagnetta è accompagnato da formule che i ragazzi accolgono immediatamente e riproducono: è il linguaggio segreto della classe. Un esempio?

‘Ragazzi, avete  un minuto per scrivere l’opposto di….

per individuare la parola sbagliata…

per disegnare l’oggetto…’

E allo scadere del minuto:

‘Master chef!’

Tutti posano i pennarelli e alzano le mani.

Sappiamo che è un gioco. Parole e regole ci accomunano. Ci divertiamo ed impariamo.

Probabilmente altri colleghi avranno già adottato le lavagnette nelle proprie classi, specie i colleghi di scuola primaria. Per la mia scuola è una novità, una bella novità. 

Riepilogando. La lavagnetta personale offre tanti vantaggi:

  • È economica
  • È leggera
  • È ecologica (per cancellare i ragazzi portano una pezzuola da casa)
  • È trasversale (può essere usata per tutte le materie scolastiche)
  • È divertente
  • È creativa
  • È “social”
  • È inclusiva
  • È immediata
  • Ed è Covid-free!

Il mio consiglio è: adottatela! 

Magari poi mi racconterete la vostra esperienza.

(*) La professoressa Tomasino insegna alla Scuola secondaria di primo grado ‘G.A.CESAREO’ di Palermo.

(foto dal web no copyright)

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