La Palermo che ama: progetto PinCar per le donne malate di tumore, di Arcangela Saverino
Ci sono infiniti modi di raccontare Palermo.
La città delle contraddizioni, culla del Mediterraneo, dove i popoli si sono armonicamente mescolati, dove le culture si sono fuse, rendendola quella che è: unica.
Una città difficile da raccontare perché ha una moltitudine di volti, come il mostro con mille teste contro il quale ha combattuto Ercole.
Palermo non è mai quella che sembra, forse per questo motivo non riesce mai a mettere d’accordo tutti. C’è chi la ama e nasconde i suoi difetti, chi la detesta e nasconde i suoi pregi.
Ma se c’è un modo di raccontare Palermo che può mettere d’accordo tutti, ma proprio tutti, è quello attraverso il quale si rivela l’umanità del suo popolo, quel sentimento di solidarietà, di comprensione e indulgenza verso gli altri umani. In cosa consiste questo senso di umanità, se non nell’amare e comprendere il nostro simile, nel fare nostro il dolore altrui, nel sobbarcarsi la sofferenza di un uomo o di una donna che sono perfettamente quello che siamo noi?
E allora vi racconto Palermo attraverso le iniziative di solidarietà che la animano, come il progetto PinCar, ideato dalla professoressa Adriana Cordova e gestito in collaborazione con l’Associazione “Insieme per” (rintracciabile al numero 3341828081 o tramite la pagina facebook Insieme per). Antonella, Giovanna e altre volontarie sono donne che hanno attraversato il calvario a cui ti costringe un tumore al seno, che hanno lottato o continuano a lottare contro la malattia, e che, nonostante tutto il dolore e la sofferenza che hanno sopportato, tirano fuori il coraggio di sostenere altre donne che non hanno ancora trovato la loro stessa forza di aggrapparsi alla vita.
Sono donne che, finite le cure, “indossano la divisa” e si trasformano in tassiste, accompagnando altre guerriere che devono sottoporsi ai trattamenti chemioterapici presso il Policlinico della città. «Buongiorno», un sorriso candido e puro come la neve, rassicurante come una preghiera, e la Yaris Toyota (concessa in comodato di uso gratuito dall’azienda Riolo) sulla quale salgono, piene di paura, diventa una speranza. Perché Giovanna, Antonella e tutte le altre volontarie incoraggiano, confortano, infondono fiducia con la propria testimonianza.
Loro sono lì al volante, sorridenti e splendenti, per dire «Anche tu ce la farai, anche tu vincerai la battaglia».
Ecco, Palermo è anche questo: mettere da parte le proprie paure e sacrificare se stessi per il bene degli altri. E, in questo, i palermitani sono capaci di mostrare tutta la loro ricchezza.
Arcangela Saverino
(foto dal web)