Annunciata di Antonello da Messina: Falso o autentico?

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La scoperta dell’immagine storica:

Sfogliando un vecchio volume del Touring Club Italiano fra la collezione di libri dell’altro Marcello, abbiamo ritrovato una immagine dell’Annunciata di Antonello da Messina risalente agli anni ’30, dopo il suo restauro e conservazione presso il Museo Nazionale di Palazzo Abatellis a Palermo.
Sono molti i misteri che circondano l’opera e ci soffermeremo sull’aspetto “autenticità” ma vale la pena ricordare cosa ha suscitato tante riflessioni e ricerche negli studiosi d’arte:

  • le pagine del libro aperto sul leggio che appaiono come mosse da un soffio di vento;
  • l’identità stessa della fancilla ritratta, ritenuta un tempo Smeralda Calafato (Santa Eustochia) ma poi smentita per via dell’età;
  • la somiglianza della fanciulla con l’Ignoto Marinaio di Cefalù, sempre di Antonello da Messina;
  • il contenuto del testo nel libro aperto;
  • le diverse ipotesi interpretative sul significato dell’opera.

Stravolgendo completamente la struttura iconografica classica e utilizzando elementi mai visti prima, Antonello da Messina da vita a quella che è senz’altro una delle sue opere più importanti, oggi esposta presso il Museo nazionale di palazzo Abatellis a Palermo.

Ma l’opera è davvero quella? Soprattutto, è quella di Antonello o è stata sotituita con una copia?

L’opera raffigurata era già stata restaurata nel 1906 e fotografata come la vediamo nella litografia del T.C.I. e nelle foto dello I.C.R. di Roma.
Le diversità fra la vecchia fotografia e il quadro attualmente esposto appaiono evidenti e sappiamo che non è raro che in passato ci siano state sostituzioni di opere, talvolta per preservarne l’originale ed esporne una copia.

Qui le diversità sono davvero tante e le domande sorgono spontanee. Anche l’espressione del viso sembra spenta rispetto alla foto antica.

Abbiamo cercato a lungo negli archivi e ritrovato un articolo pubblicato su Le Arti negli anni ’50 a cura di Cesare Brandi.
Cesare Brandi è stato uno dei maggiori critici e storici dell’arte, fondatore della teoria del restauro. Nel 1938 ha progettato assieme a Giulio Carlo Argan l’Istituto Centrale del Restauro (ICR – Roma), che ha poi diretto fino al 1959.

Le foto che mostreremo appartengono al Touring Club Italiano e al Gabinetto fotografico dell’istituto Centrale di Restauro a Roma. Cerchiamo di esaminarle insieme con attenzione.


Partiamo dall’immagine del T.C.I. degli anni ’30.

In quest’ultima la didascalia riporta:
PROP. DEL T.C.I. – RIPROD. VIETATA
E’ l’opera che mostra il pittore insigne all’apice della sua arte: nessuno studio d’ambiente, i particolari ridotti al puro necessario; solo domina la pensosa fanciulla, del più puro tipo etnico siciliano, pudica nell’atto di tener fermo il manto con la sinistra, mentre la destra è distesa a esprimere lo stupore.”

Annunciata Antonello da Messina Palermo Felicissima
Annunciata Antonello da Messina archivi T.C.I. 1930


Parole con lo stile di quel tempo ma certamente associate ad una immagine la cui qualità litografica era ineccepibile.
Il T.C.I. insieme a Foto Alinari rappresentano ancora oggi il massimo della qualità e fedeltà documentaristica italiana.

Osservando bene l’immagine d’epoca, salta subito all’occhio la quantità di dettagli e chiaroscuri nel drappeggio e nel manto.
Dettagli invece mancanti nel quadro esposto.
Anche i dettagli del viso e dell’incarnato mancano nel quadro esposto a Palazzo Abatellis, mentre sono visibili e meravigliosi nella foto d’epoca.
Altri particolari come la luce, il leggio, il libro, le mani, differiscono tutti.
Notiamo un’aureola mancante ma di questa è documentato il lavoro di rimozione riportato nelle note di Cesare Brandi.
Nonostante il restauro criticato, quello che vediamo come risultato delle foto storiche, è un pieno di dettagli ed ombre.

Quindi come si giustifica il quadro attuale?
E’ una copia? E’ un restauro ulteriore mal fatto?

Lasciamo le conclusioni alle immagini con una nota finale sull’aureola mancante e sul restauro.

Annunciata Antonello da Messina Palermo Felicissima
Annunciata Antonello da Messina la foto storica (a sinistra) e il quadro (a destra)


Nelle note di Brandi su Le Arti leggiamo:

Nel 1906 Enrico Brunelli dava notizia del quadro entrato da poco nel Museo di Palermo, riferendo che era stato «ristaurato e male ristaurato: i ritocchi hanno alterato specialmente le mani e soprattutto la destra».
(…) A tal proposito va notato che nel restauro, già deprecato dal Brunelli, era stata compiuta una ineguale pulitura del dipinto, che mentre veniva drasticamente rasato sulle mani e sul volto della Madonna (fino a sgranare leggermente il sopracciglio a sinistra)
(…) Inoltre la vernice, ossidandosi, aveva cangiato totalmente l’aspetto del manto, soprattutto sulla parte destra, in cui l’azzurro scuro in ombra appariva d’un turchino bianchiccio: e tale era l’offuscamento che non si vedeva più la piega, ora visibile sopra la mano(a destra) e già nella radiogràfia assicurata alla stesura originaria dell’opera. Egualmente erano offuscati i riflessi sotto il leggio, e certi guizzi di luce al taglio della pagina.

Riguardo l’aureola mancante:

Nella radiografia non risultava l’aureola, che incertamente prospettica e d’un oro sordo, si rivelava un’aggiunta posteriore. Inoltre la copia di Venezia dava” come unico divario, un’ aureola non prospettica, d’un’oziosa filigrana provinciale. In una copia, peraltro così esatta, l’aureola doveva ritenersi (come l’iscrizione) un’aggiunta estemporanea e pietistica d’epoca posteriore. Con tale doppio controllo (della radiografia e della copia) l’aureola falsa fu dunque tolta, e con la massima facilità, da quell’aggiunta recente che era.

Le foto tratte dall’articolo su Le Arti a cura di Cesare Brandi negli anni 50
Annunciata Antonello da Messina Palermo Felicissima
Annunciata Antonello da Messina Palermo Felicissima
Annunciata Antonello da Messina Palermo Felicissima
Annunciata Antonello da Messina Palermo Felicissima

Annunciata Antonello da Messina Palermo Felicissima
Annunciata Antonello da Messina Palermo Felicissima

Buona visione!
Marcello Troisi

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