La Libertà – di Giovanni Chiappisi

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Di Giovanni Chiappisi

Ricordo che qualche anno fa mi misi all’ancora davanti ad Aspra, dove avevo abitato (in una casa) per qualche anno.
Horus rollava e si affidava alla catena per scodinzolare da un lato e dall’altro. Non c’era un filo di vento e il cielo era pieno di stelle. Ogni tanto si sentiva qualcosa che cadeva a mare: accesi la torcia e vidi alcune sardine che di tanto in tanto saltavano per poi ricadere in acqua.
Evidentemente c’era qualche predatore che dava loro la caccia. L’atmosfera mi sembrava surreale: c’era una pace assoluta. A terra, a poche centinaia di metri – pensai – ci sarà qualche automobilista che bestemmia perché non trova posteggio, qualche coppia che si manda affanculo, qualcuno che cerca un amore, qualcun altro che si interroga sul senso della vita.
Io, standomene a distanza, assaporavo la libertà. Una libertà guadagnata, attesa. Altrimenti non sarebbe libertà. 
Mi sono chiesto spesso se, al di là delle apparenze, sono un uomo veramente libero. Credo di esserlo davvero.
Libertà non è soltanto poter fare ciò che si vuole o non avere padroni.
Significa anche scegliere di rinunciare al desiderio di possedere. E non mi riferisco solo al possesso di cose materiali.
Quando ero in Brasile ho conosciuto giovani e meno giovani che volevano fuggire dalla routine quotidiana e provare il gusto dell’avventura. Non erano felici. Anzi. A me sembravano dei naufraghi.
L’avventura è una cosa seria: bisogna esservi portati e bisogna allenare il proprio spirito.
Se è solo un modo per fuggire, andare al di là dell’orizzonte non risolve nulla.
Alcuni di loro mi hanno ricordato quelle balene, viste nei documentari, che perdono l’orientamento e si arenano su qualche spiaggia. Sono ancora vive, si dibattono, ma difficilmente trovano l’orientamento e la forza per ritornare al largo, in acque profonde e sicure.
Essere liberi significa non avere legami e nello stesso tempo voglia di conoscere, di sperimentare i propri limiti, di rimettersi sempre in gioco, di vivere il cambiamento.
Ma questa libertà va preparata, altrimenti il naufragio è sicuro. E la terra ferma, più che il mare, è piena di naufraghi. Credetemi è meglio essere zingari della vita.

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