Io sono Bianca… di Marcello Mussolin

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Palermo, a.d. ….

Bernardo, 

Bernardo, e non conte Cabrera, perché la nobiltà è qualcosa che hai dentro, non basta un titolo. La nobiltà si conquista con il coraggio, con la predisposizione d’animo, con la sete di giustizia. Tutte qualità che non hai e non puoi comprare. 

Un’ancella mi ha riferito che sei entrato nelle mie stanze, hai strappato i miei vestiti, le mie lenzuola, ti sei spogliato e – nudo ed “ebbro d’amore” – hai profanato il mio letto. 

Io sono una donna, Bernardo, non una preda. Le donne si conquistano con i sentimenti, non con le armi.

Sono una donna che ha sofferto e soffre, ma una donna vera. 

Andai sposa a Martino perché, giovane, avevo 17 anni, fui “scelta” (che termine orribile!) per soddisfare le voglie del “real membro” e dare alla Sicilia un erede, quell’erede che Maria – sia pace alla sua anima! – era riuscita a dargli ma che era morto poco dopo. 

Maria, povera donna. E prima di lei Costanza: che disgrazia essere donne nella Sicilia degli Aragonesi e dei Navarra. Bestie da ingravidare, tristi contenitori di pargoli reali. Che siano maschi, mi raccomando!  

Ho subito le violenze degli uomini di corte, ho abortito una, due volte; mio figlio è morto pochi mesi dopo il parto. Mio figlio Martino, che ho cullato solamente per otto mesi prima che la signora armata di falce lo portasse via dai miei abbracci.

Che fantasia, questi uomini. Martino il nonno, Martino mio marito, Martino mio figlio. La Sicilia ha bisogno di un reggente che incarni la potenza dei Navarra, ma gli uomini giocano sempre a fare la guerra, e così anche mio marito è morto: ed ora sono regina. Sono nata per fare la regina, dicono di me. 

No,  sono nata per vivere libera. 

Ho resistito a tutto, sono sopravvissuta e più forte di prima.

Tu ti dichiarasti pazzo d’amore per me, per sposare me: la Regina di Sicilia, vedova d’oro. 

Cos’è l’amore? Quel sentimento per cui mi facesti rapire e rinchiudere dentro quel tuo castello nelle campagne di Modica(*), da cui fuggii grazie ad alcuni amici, e nel quale volevi vivessi prigioniera finchè non avessi acconsentito a sposare te, “ebbro d’amore”?

Quel sentimento che non ti impedì di tenermi rinchiusa come una criminale nelle celle umide delle tue prigioni a Catania (**) e che ti spinge adesso ad armare un esercito – addirittura! – per espugnare un palazzo, il mio palazzo, difeso da donne? 

Quel sentimento che mi costrinse a fuggire da Catania, la dolce Catania che amavo come la mia Navarra, appena in tempo prima che le tue truppe arrivassero sul molo del porto per arrestarmi nuovamente? Ma tu dicevi di esser ebbro, ebbro d’amore. 

Cos’è questa voglia insana che porta un uomo a dimostrare il proprio amore ad una donna umiliandola, tradendola, distruggendola moralmente e fisicamente o magari uccidendola? Amore? 

No, Bernardo, non è amore.  

Sono donna, Bernardo, non un trofeo come quelli che tieni impagliati nei tuoi tetri rifugi, non una preda da mostrare agli amici. So bene che non volevi me, ma brami il potere, quel potere che ti avrebbe consentito, da Gran Giustiziere (cosa c’entra la giustizia, poi? Che titoli strani dà re Martino ai suoi amici, a volte) di conquistare il trono di reggente della Sicilia. 

Ma io sono una donna, e sono Regina: “nobili donna di splendori finu, inclita regina tam graciusa” ha scritto di me un poeta. Così si conquistano le donne, Bernardo, con i sentimenti, non con le armi.

E da Regina difendo me stessa, ed il mio popolo. 

Hai profanato il mio letto, mi hai costretta a fuggire dalla mia casa. Di notte, come una ladra, con indosso solo una bianca veste che nulla lasciava alla fantasia dei marinai che mi hanno accolto sulla loro nave, i loro sguardi penetranti, bramosi. 

Pagherai anche questo. Io sono ancora qui, e ti combatterò finché le forze me lo consentiranno.

Perché io sono Bianca, Bianca di Navarra. 

e siccome non si dica che mi invento le storie…:

Bianca di Navarra : (riprendo da wikipedia)

Bianca di Navarra o Bianca I di Navarra o Bianca di Evreux (Pamplona6 luglio 1387[1] – Santa María la Real de Nieva3 aprile 1441) fu regina regnante di Navarra dal 1425 al 1441; in precedenza, in seguito a matrimonio, era stata per sette anni anche regina consorte di Sicilia dal 1402 al 1409 e reggente; vedova, sposò il futuro re di AragonaValenciaSardegnaCorsicaMaiorca e Siciliaconte di Barcellona dal 1458 al 1479Giovanni II. Dagli storiografi siciliani è chiamata semplicemente la regina Bianca………….

Bianca raggiunse la Sicilia… e il 26 dicembre del 1402 Bianca celebrò il matrimonio effettivo con Martino il Giovane (figlio primogenito del re di Aragona Martino I il Vecchio e della sua prima moglie Maria de Luna.
Divenuta regina di Sicilia, Bianca prese possesso, il 17 luglio del 1404, della Camera Reginale, spettante alla moglie del sovrano, costituita dai possedimenti di SiracusaPaternòMineoVizziniLentini e Francavilla e nella città medioevale di Randazzo.

Quando il marito, nell’estate del 1408, a Messina su richiesta di suo padre, Martino I il Vecchio organizzò un esercito per riconquistare agli aragonesi la Sardegna, la giovane Bianca venne nominata reggente del regno di Sicilia (“vicaria”) ed esercitò il potere reale con un certo polso, lottando contro alcuni nobili che volevano approfittarsi dell’assenza del re.
Martino il Giovane arrivò in Sardegna, nell’ottobre del 1408, e il giudice di Arborea e visconte di NarbonaGuglielmo III marciò verso Cagliari dove l’esercito aragonese aveva la base. Gli eserciti si scontrarono a Sanluri, il 4 luglio del 1409, dove Martino vinse la battaglia e gli alleati del sovrano, i genovesi dovettero lasciare l’isola e il giudicato tornò ad essere vassallo dell’Aragona; però Martino il Giovane contrasse la malaria, il 25 luglio morì e fu sepolto nel duomo di Cagliari.

Dopo la morte di Martino il Giovane, suo padre, Martino I di Aragona, divenne anche re di Sicilia col nome di Martino II e confermò la nuora, Bianca, come “vicaria” del regno, dichiarandola reggente[3].

A Parigi, sempre nel 1409, Bianca si fidanzò con Ludovico di Baviera detto il barbuto (13681447), figlio primogenito di Stefano III di Baviera, duca di Baviera-Ingolstadt e di Taddea Visconti. Non si arrivò al matrimonio perché l’accordo fu rotto prima della fine dell’anno.

Nel 1410, Bianca venne promessa a Edoardo III di Bar, figlio del duca Roberto I e di Maria di Francia[3].

Quando, l’anno successivo, Martino I di Aragona morì, la giovane Bianca si trovò a lottare con il potente Bernardo Cabreraconte di Modica, che voleva sposarla per impadronirsi di tutta la Sicilia.

Si formarono due partiti avversi: quello della regina Bianca, con il suoi fedeli Sancio Ruiz de LihoriAntonio MoncadaEnrico IV Rosso, Riccardo Filangieri e Vitale Valguarnera; il secondo guidato dall’influente Cabrera, con Giovanni Montalto, Antonio Barresi e altri.
Nel mese di maggio del 1411 la regina soggiornò, presso il castello di Polizzi Generosa in provincia di Palermo dove ancora permane tra le mura del Castello il suo stemma, protetta dal nuovo conte e “maestro razionale” del regno, Bartolomeo Gioieni, scrisse alcune lettere ai suoi fedelissimi.

Nel luglio 1413, alla morte della sorella, Giovanna, Bianca divenne anche erede al trono di Navarra[3].

Anche il matrimonio con Edoardo III di Bar non andò in porto perché il duca, nell’ottobre 1415, fu ucciso nella Battaglia di Azincourt[3].

Bianca, intanto, lasciò la Sicilia in quello stesso 1415 per rientrare in Navarra dove, essendo la maggiore delle figlie superstiti, il 28 ottobre del 1416, a Olite, suo padre, Carlo III il Nobile la nominò ufficialmente principessa ereditaria di Navarra[3]…….

(*) la leggenda del castello Donnafugata, che si dice prenda il nome, per l’appunto, della fuga di Bianca dalle grinfie di Bernardo, è – per l’appunto – una leggenda, ma ci piace credere sia storia vera. Cabrera visse molti anni prima della sistemazione del palazzo. Probabilmente il posto (bellissimo) prende il nome da una preesistente costruzione araba cui i vecchi “padroni” avevano dato nome “Ayn as Jafat”.

Castello di Donnafugata (RG) Marcello Mussolin per Palermo Felicissima

(**) questa “me la sono” inventata. In realtà colei che visse una vita di stenti e di prigionia, compreso un buio periodo nel castello Ursino di Catania fu Maria di Sicilia, prima moglie di Martino il Giovane. Alla morte di questa, il figlio di Martino il Vecchio (ripeto, che fantasia…) sposò, a Catania appunto, Bianca.

Castello Ursino (Catania) Marcello Mussolin per Palermo Felicissima

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