Palermo Felicissima oltre oceano: quando il Totocalcio si giocava anche a New York

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Giuseppe viveva ad Astoria – New York.

Astoria è un quartiere del Queens, uno dei 5 distretti amministrativi in cui è suddivisa la città di New York. A detta di molti è il più bel quartiere del Queens, e uno dei più belli della grande mela ma risulta spesso sconosciuto ai turisti, nonostante l’Astoria Park sia bellissimo e da visitare.

Astoria è un grande esempio di multiculturalità, qui infatti convivono pacificamente comunità diverse, creando una realtà come poche al mondo.

Passeggiando per le strade di Astoria si incontra molta gente ma, negli anni ’70, vivere ad Astoria era un po’ come vivere in tutto il mondo.

Giuseppe abitava qui e aveva portato con se dalla Sicilia tanti ricordi e tante abitudini. Una di queste era proprio quella di giocare la schedina del Totocalcio.

La schedina a New York la giocavano in molti: gli Italiani erano tantissimi.

La schedina si doveva preparare con discreto anticipo e comunicare la giocata a Palermo, alla tabaccheria di fiducia o ad un parente che, dopo avere giocato la schedina, provvedeva a spedirla compilata a New York per posta aerea, quindi i tempi si allungavano.

Giuseppe aspettava con impazienza la schedina durante la settimana: dopo averla ricevuta bisognava aspettare la domenica per i risultati.

La domenica mattina dopo le nove Giuseppe accendeva la sua bella radio a transistor Grundig, spostava la levetta sulle “Onde Corte” e orientava la lunga antenna, quindi si sintonizzava su “RAI Tutto il calcio minuto per minuto” che in Italia andava in onda nel pomeriggio ma, a New York, andava in onda con sei ore di differenza per via del fuso orario.

Il figlio di Giuseppe, Paolo, che assisteva a questo rito domenicale con la curiosità di tutti i bambini, aiutava suo padre a controllare i pronostici, mentre sua madre preparava qualcosa di buono per il pranzo.

Man mano che le partite si svolgevano, Giuseppe e tante famiglie siciliane vivevano in diretta l’agonismo dei campi di Calcio italiani, vivendo lo sport e volando con la mente alle proprie radici.

Giuseppe un “Tredici” non lo fece mai, però rimase sempre legato alla sua passione, così un giorno è tornato e il calcio adesso lo segue da qui.

Questa storia mi è stata raccontata da Paolo, il figlio di Giuseppe e porta la testimonianza di una Palermo Felicissima oltre oceano.

Marcello Troisi

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