Straordinario, di Marcello Mussolìn

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Che straordinario sia termine abusato, non lo dico solo io ma i fatti. Come molte parole della nostra lingua, ne abbiamo fatto un uso – appunto – straordinario, facendolo diventare sinonimo di “superlativa bellezza”. Un dipinto straordinario, si dice. Un libro straordinario, un goal straordinario.

Corretto dire – invece – che questo è un momento straordinario, che non vuol dire “bellissimo”, dunque, ma fuori dall’ordinario, dalla normalità delle cose e come tale dobbiamo viverlo. Tornerà tutto come prima, ne siamo sicuri, me se non seguiamo gli straordinari decreti del Presidente Conte – ciò sia detto, appunto, nel rispetto del termine e senza alcun giudizio di valore sull’operato del nostro Presidente del Consiglio – non sarà servito a molto.

Anche noi di Palermo Felicissima Vi invitiamo: Restate a casa.

straordinàrio agg. [dal lat. extraordinarius, comp. di extra «fuori» e ordo -dĭnis «ordine» (cfr. ordinarius «ordinario»)]. – 1.a. Non ordinario, che esce dall’ordinario, dal solito, dal normale o dal comune: casiavvenimenti straordinarî. In ottica, raggio s., quello dei due raggi rifratti che nei cristalli birifrangenti non segue le leggi della rifrazione ordinaria (v. birifrangenza); analogam., onda o componente s., nella propagazione di onde elettromagnetiche in un plasma. b. Che ha carattere speciale e temporaneo o puramente accidentale, oppure si aggiunge, in particolari circostanze e occorrenze, a ciò che è ordinario e consueto: recita s. della compagniaarrivò un corriere s.treni s. (o anche corse s., o sim., di altri servizî di linea), istituiti in alcuni periodi di particolare aumento del movimento dei passeggeri o del traffico di merci; edizione s., dei quotidiani, o di notiziarî radiotelevisivi, per notizie o avvenimenti eccezionali; entratespese s. (anche dello stato); imposta s.contributi s., ecc. In partic., lavoro s., svolto in prolungamento dell’orario normale e retribuito con una maggiorazione prestabilita rispetto alla retribuzione del lavoro ordinario; spesso sostantivato: fare un’oradue ore di straordinario; pagare lo s.gli straordinarîc. Riferito a dipendenti di amministrazioni pubbliche o private, assunti temporaneamente, in aggiunta a quelli ordinarî che fanno parte dell’organico richiesto dalle normali esigenze: le poste, per il periodo natalizio, assumeranno alcuni impiegati straordinarîd. In diplomazia, agente s. e missione s., cui sono conferiti compiti speciali e temporanei, soprattutto per negoziati internazionali bilaterali e per particolari rappresentanze. e. Nelle scuole secondarie e nell’istruzione universitaria, professore s. o di ruolo s. (o assol. straordinario s. m., anche riferito a donna), il professore di ruolo negli anni di servizio successivi alla nomina per concorso, prestati a titolo di prova del passaggio a professore ordinario. 2. estens. Maggiore del solito o del comune, quindi grandissimo, singolare, eccezionale: c’era una folla s.ottenne uno s. successohai avuto una fortuna s.ha una forza s.tenore che ha una s. potenza di voce; con valore iperb.: ha un ingegno s.è dotato di s. memoria. Riferito a persona: sei s.!, per esprimere un’enfatica ammirazione. 3. Sostantivato con valore neutro (con il sign. proprio ed estens.): che ci trovi di s. in ciò (o in luiin lei)?è una cosa perfettamente normale, e io non ci trovo niente di s.c’è dello s. in tutto questola sua sfacciataggine ha dello straordinario. ◆ Avv. straordinariaménte, in modo straordinario, in misura straordinaria: un giovane straordinariamente intelligenteuna ragazza straordinariamente bellauna situazione straordinariamente pericolosa; nell’alpinismo, straordinariamente difficile, lo stesso che oltremodo difficile (v. oltremodo).

(Treccani)

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