I Still Have a Dream. Incursioni su una riflessione di Luciano Ingraldo

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Poc’anzi ho trovato sulla nostra bacheca questo pensiero dell’amico Luciano Ingraldo.

28 agosto 1963, 

Molti di noi erano bambini, altri non erano ancora nati.

Il grande discorso di Martin Luther King , I have a dream.

Se oggi i neri in America hanno più diritti lo devono anche a lui.

Anche se l’America resta ancora il paese dove un poliziotto bianco spara a un nero, dove i neri sono condannati a morte.

Luciano non è solo un mio amico, è… di più. Forse dovrei parlarVi dei 40 anni di militanza in Amnesty International, delle battaglie del gruppo 44 di Palermo che Luciano, insieme ad altri, contribuì a creare, del suo cuore grande quanto una casa. Solida.

Ma.. ma oggi è l’anniversario di “I Have a Dream” di Martin Luther King.

Martin Luther King, nero, un pastore di religione battista: con quella frase riuscì a far sognare l’America.

 Un uomo, che con il suo attivismo, la scelta della non-violenza contribuì alla fine della segregazione razziale per i neri di quel grande paese, proseguendo nella lotta per i diritti civili intrapresa da Rosa Parks, che, in un’epoca – eravamo nel 1955 – nella quale ai neri era persino proibito sedersi o prendere un autobus sul quale salivano i bianchi, diede origine al boicottaggio, ostentatamente sedendosi su un sedile di un autobus riservato ai bianchi.

Io c’ero quando King fu ucciso. 4 aprile 1968. Intendo dire c’ero nel mondo, avevo 7 anni. Era l’anno di Bobby Kennedy, delle Olimpiadi di Città del Messico, quelle delle black panthers: Malcolm X era già stato ucciso nel 1965, lo stesso anno dei 25.000 di Selma, del Bloody Sunday americano – ancorchè meno tragico di quello irlandese – di Viola Liuzzo trucidata dal Ku Klux Klan.

Rosa Parks – per fortuna – sopravvisse ….

Sapete che non ci va, in questo nostro blog, di affrontare temi politici, o religiosi o calcistici. Meno che mai oggi che gli animi sono esasperati dalle notizie che quotidianamente ci vengono propinate, false per vere, dagli organi di.. niè. Dagli organi.

Ma.. ma oggi è l’anniversario di “I Have a Dream” di Martin Luther King.

Lui fu ucciso come il presidente John Kennedy, e dopo John il fratello. Sembra ieri. Ma oggi stona sentir parlare di “caccia al nero” odio “razziale”, suprematismo bianco.

Al suo funerale Mahalia Jackson cantò “Take my hand, precious Lord”.  Stava sentendo quella, ma non cantata da Elvis anche se si trovava a Memphis, Tennessee, il reverendo King. Aveva chiesto al suo amico Ben Brach di suonarla per lui. Suonala ancora, Ben. Poi uscì a salutare la folla. Per l’ultima volta.

Sembra che il mondo sia tornato indietro…

Come uno dei tanti attivisti per i Diritti Umani io credo ancora nel rispetto dei Diritti Umani, che anche se può sembrare un’utopia.

Per me quella Dichiarazione universale dei Diritti Umani che può sembrare anacronistica… ebbene ancora oggi la difendo ancora di più

In questo momento storico c’è chi ci vorrebbe ricacciare indietro.

In questo momento Vi dico: questi principi non verranno mai meno.

I still have a dream

 

Luciano

(e marcello m.)

 

 

martin luther king

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