“Pandemia palermitana”: Daniele Billitteri ci aiuta a distinguere i fantasiosi colori di questo periodo, di Rosanna Crivello

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In occasione della sesta edizione de ”Il giorno del Dono”, una giornata che l’Istituto Italiano della Donazione (IID) ha dedicato a chi si impegna a fare del bene, insieme ai miei studenti della classe IV Relazioni Internazionali per il Marketing dell’Istituto Damiani Almeyda Crispi ho incontrato su Google Meet Daniele Billitteri, che con la sua rinomata ironia ha risposto alle diverse domande che gli abbiamo posto sul suo ultimo libro “Pandemia palermitana”.

Abbiamo scelto di parlare con lui perché conosciamo la sua sensibilità e abbiamo saputo che ha destinato una parte dei proventi delle vendite in beneficenza.

Con il suo modo di descrivere la pandemia a Palermo ci ha fatto capire le strane dinamiche che ha potuto osservare dal suo balcone e durante le passeggiate con il suo immancabile compagno di vita, il suo cane Diego.

Il momento di confronto ha sicuramente arricchito quanti hanno partecipato dal DS Prof. Luigi Cona, a me, che ho organizzato l’evento insieme alla Prof. Delia Sardina, alla Prof. Laura Chentrens, ma soprattutto i ragazzi tanto che Daniele Billitteri l’indomani ci ha regalato le sue impressioni.

Ecco le sue parole:

“Quando incontri i ragazzi di una scuola per parlare di un libro sai sempre dove comincia il discorso ma non sai mai dove va a finire. Ma guai a navigare sui luoghi comuni di una generazione superficiale. È il contrario: i ragazzi sono profondi come un oceano, sono finti cinici in realtà pieni di sentimento e di gioia di vivere. Con gli studenti del Crispi abbiamo parlato di un libro dedicato alla pandemia a Palermo e al fatto che parte dei proventi saranno devoluti in beneficienza.  Così abbiamo parlato del donare, di quanto bene faccia a chi lo riceve ma anche (e forse soprattutto) a chi lo fa. Ho scoperto che questo è un concetto che nella coscienza dei ragazzi ha messo forti radici.

In tempi di Covid-19, ho parlato loro delle regole e della mia paura di vecchio per la morte. Ho spiegato loro che la prudenza è figa, come dicono loro. Che le regole sono un modo per vivere insieme. Che lascino la solitudine al tramonto dei vecchi sentendosi, invece, padroni del presente dentro una civile comunità. Il segreto è non farsene espellere da un virus ma trovare il modo giusto per stare insieme, per comunicare, per fare della propria vita la tessera di uno splendido mosaico. Siamo stati un’ora insieme e non ho avvertito in loro neanche un secondo di noia, stanchezza o distrazione. E di questo li ringrazio, così come ringrazio tutti quelli del Crispi, dal Preside agli Insegnanti, per aver organizzato il tutto. È un modo stupendo per spiegare che la Scuola è un bene primario della Società”.

(Daniele Billitteri).

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