Regione Siciliana, la stagione delle nomine. Ecco chi va a Riso, Pepoli, Salinas

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Da Artribune: riceviamo e volentieri pubblichiamo.

OTAZIONI DI DIRIGENTI E NUOVI ASSETTI IN SICILIA. CI SIAMO SOFFERMATI SU TRE CASI IMPORTANTI, A PROPOSITO DI MUSEI. NON DIMENTICANDO DI CITARE LA SOPRINTENDENZA DEL MARE, EREDITÀ DEL COMPIANTO SEBASTIANO TUSA. E ABBIAMO RACCOLTO LE DICHIARAZIONI DEI TRE NUOVI DIRETTORI DI RISO E DEL SALINAS, A PALERMO, E DEL PEPOLI DI TRAPANI.

Installazione permanente di Jannis Kounellis, Collezione Museo Riso, ph. G. Romano
Installazione permanente di Jannis Kounellis, Collezione Museo Riso, ph. G. Romano

Da ormai un paio di mesi il settore dei Beni Culturali, in Sicilia, è in piena agitazione. Cambia tutto, tra parchi, musei e soprintendenze, a partire da un corposo giro di poltrone. Nomine squisitamente interne all’amministrazione, in assenza di un ordinamento che consenta il ricorso a bandi pubblici per direttori, da reclutare fra esperti internazionali. Sfida, quest’ultima, assolutamente auspicabile, ma di non semplice attuazione, per ragioni di diversa natura (tecniche, economiche, giuridiche, politiche, di forma e di sostanza). Mettere insieme competenze scientifiche ed esperienza amministrativa (contrattazioni sindacali, gestione dell’organico, responsabilità legali, pastoie burocratiche, etc.) è un compito complesso, che attualmente, per legge, spetta ai dirigenti della Regione Siciliana.

L’IMPORTANZA DI UNA ROTAZIONE

Le ragioni delle grandi manovre in corso le racconta il Dirigente Generale dei Beni Culturali, Sergio Alessandro, che insieme al Presidente delle Regione, Nello Musumeci, assessore ad interim dopo la scomparsa di Sebastiano Tusa, ha in mano il carosello scottante delle nomine: “Siamo impegnati con una complessa misura di rotazioni dirigenziali, fortemente voluta dal Presidente: direttori di musei e di parchi, soprintendenti, responsabili di servizi strategici e unità operative. Una riorganizzazione sana, che periodicamente le amministrazioni hanno il dovere di operare, per non favorire presidi e personalizzazioni, ma anche per cercare di correggere disequilibri, errori, mancanze, valorizzando al meglio le risorse interne”.
Incarichi nuovi, e poi? Il cambiamento che ci si aspetta riguarda, naturalmente, i contenuti e le strategie: “Basti citare, a proposito di cambiamenti, la cruciale riforma sui parchi archeologici, finalmente autonomi”, aggiunge Alessandro, “ma anche il lavoro che stiamo portando avanti sui servizi aggiuntivi e gli standard museali. Senza dimenticare la qualità delle mostre e dei progetti, destinata a crescere, come gli scambi e i rapporti con altre città, regioni, istituzioni. Siamo a lavoro, consapevoli che servono tempo e pazienza, che le polemiche non mancano, ma certi dell’obiettivo: fare dei beni culturali il cuore pulsante di questa regione, un’eccellenza vera. È una delle sfide del governo Musumeci e di questa amministrazione“. Valutazioni e analisi da rimandare tra qualche tempo, nell’attesa che la macchina così riorganizzata possa avviarsi e rendere visibili – si spera – i miglioramenti attesi.

Il Dirigente Generale dei BBCC Sergio Alessandro, con la neo Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni, dinanzi ai nuovi reperti emersi tra le acque, il 31 luglio 2019, nel luogo delle Battaglia delle EgadiIl Dirigente Generale dei BBCC Sergio Alessandro, con la neo Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni, dinanzi ai nuovi reperti emersi tra le acque, il 31 luglio 2019, nel luogo delle Battaglia delle Egadi
Il Dirigente Generale dei BBCC Sergio Alessandro (a sx), con la neo Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni, dinanzi ai nuovi reperti emersi tra le acque, il 31 luglio 2019, nel luogo delle Battaglia delle Egadi

ALCUNE NOMINE, A TRAPANI E PALERMO

Tra le molte novità, alcuni casi specifici danno il senso dei venti nuovi e delle scommesse cruciali. A partire da quella Soprintendenza del Mare, ideata nel 2004 da Sebastiano Tusa, tra i massimi esperti al mondo di archeologia sottomarina, assessore regionale dei Beni Culturali fino a quel tragico 10 marzo 2019, in cui perse la vita nell’assurdo incidente aereo tra i cieli di Addis Abeba. L’eredità di quella Soprintendenza, con sede a Palermo, va oggi alla moglie, Valeria Li Vigni, antropologa, direttrice uscente di Riso – Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia. Sarà lei a dirigere quest’organo dell’amministrazione, unico in Italia nel suo genere, raccogliendo l’eredità spirituale e la memoria di Tusa, con cui aveva condiviso non solo un sodalizio di vita e d’amore, ma anche la passione per quel mondo subacqueo di cui lui fu straordinario studioso, narratore e divulgatore.
Altra nomina di spicco quella relativa alla direzione del Salinas, il più antico gioiello del sistema museale siciliano, nato nel 1814 come museo dell’Università di Palermo e nel 1860 divenuto museo nazionale. Polemiche e malumori all’indomani del trasferimento al Parco Archeologico di Himera dell’ex direttrice Francesca Spatafora, assai apprezzata per il lavoro di rilancio svolto negli ultimi tre anni, dopo la lunga chiusura per i cantieri di restauro. Al suo posto non è arrivata però – come tanti temevano – una figura debole o poco centrata, ma una tra le più stimate archeologhe della Regione, fino a ieri direttrice del ‘Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione dei Beni Culturali’: Caterina Greco, allieva della scuola archeologica italiana di Atene nel 1982, vincitrice di concorso pubblico per archeologo classico nel 1987, è stata soprintendente in Calabria e Basilicata, poi soprintendente di Agrigento e primo direttore del Parco di Selinunte e Cave di Cusa. Chi aveva paventato un prossimo tracollo del Salinas, dopo il trasferimento della brava Spatafora, ha trovato ampia ed evidente rassicurazione.

Arsenale della Marina Regia, Palermo, una delle sedi della Soprintendenza del Mare.  Ph. Alessandra De Caro, Soprintendenza del Mare
Arsenale della Marina Regia, Palermo, una delle sedi della Soprintendenza del Mare. Ph. Alessandra De Caro, Soprintendenza del Mare

È invece l’Architetto Luigi Biondo a ereditare il timone del Museo Riso, che dopo una stagione felice d’apertura aveva subito a fine 2011 un violento arresto, per ragioni di misera miopia politica. Da allora, nonostante gli sforzi e tra difficoltà di vario genere, non era riuscito a riguadagnare terreno, chiarezza d’intenti e adeguata spinta progettuale. Qualcosa cambierà con la nuova stagione? Direttore uscente del trapanese Museo Pepoli, Biondo si è occupato per vent’anni di restauri per la Soprintendenza di Trapani, ha diretto il servizio storico-artistico e poi il Parco archeologico di Pantelleria, ricevendo anche un incarico ad interim come Direttore del Parco di Segesta.
Il suo ufficio nel convento trecentesco dei Carmelitani, storica sede del Pepoli – prezioso museo, noto per le splendide collezioni di coralli, arti decorative, dipinti e sculture, che dal Medioevo giungono ai primi del ‘900 – viene così occupato da Roberto Garufi. Insegnante di lungo corso di storia dell’arte, entrato per concorso in Regione come Architetto e Storico dell’Architettura, Garufi ha coordinato la catalogazione architettonica presso la Soprintendenza di Palermo e ha seguito molteplici progetti come coordinatore e progettista per i Beni Culturali, maturando di recente ulteriori esperienze presso il Dipartimento del Turismo.

L'opera di Gloria Friedman dinanzi al Trionfo della Morte (Palazzo Abatellis), per la mostra del Museo Riso Essential Experiences, a cura di Lóránd Hegyi, 2009
L’opera di Gloria Friedman dinanzi al Trionfo della Morte (Palazzo Abatellis), per la mostra del Museo Riso Essential Experiences, a cura di Lóránd Hegyi, 2009

LUIGI BIONDO A RISO. RIPENSARE UN MUSEO

Lascio con un bagaglio importante, umano e professionale, il Museo Pepoli, felice di passare il testimone a un collega stimato come Roberto Garufi. E sono grato al Presidente Musumeci e al dirigente generale Alessandro: dirigere il Museo Regionale d’Arte Contemporanea è una responsabilità importante, ma anche una sfida esaltante.
Un museo che viene da una storia gloriosa, con un’identità forte conquistata nei suoi primi anni e con traguardi eccellenti, maturati nel suo periodo più felice e riconosciuti ovunque. Un Museo che ha poi avuto delle difficoltà e che ha bisogno di una spinta vigorosa per ricollocarsi su standard elevati, definendo, rafforzando e comunicando in modo significativo la sua identità: penso al lavoro sui giovani, cosi come al coinvolgimento di artisti e curatori internazionali di primo piano, penso ai grandi temi del presente, tra attualità e questioni contemporanee, che dovranno tornare al centro dell’agenda, senza dimenticare il dialogo con la piccola ma pregevole collezione (che speriamo possa ricominciare a crescere). Nei prossimi mesi lavorerò a un progetto, in piena sinergia con la Direzione Generale, e non appena saremo pronti comunicheremo programmazione e nuove linee guida. Sarà una sfida complessa, ma sono felice di poter dare un contributo alla Regione e al comparto dei Beni Culturali, oggi al centro di un chiaro tentativo di rinnovamento e riorganizzazione
“.

L'Agorà del Museo Antonino Salinas
L’Agorà del Museo Antonino Salinas

CATERINA GRECO AL SALINAS. PUNTEREMO ANCHE SUL CONTEMPORANEO

Il lavoro da fare è enorme. Le aspettative esterne molto alte e il senso di responsabilità che sento è forte. Il Salinas, istituto storico, oggi rinnovato grazie a un complesso piano di restauri e riallestimento, chiede un impegno serio: ereditando il buon lavoro fatto da chi mi ha preceduto, so che dovrò metterci ogni energia per raggiungere obiettivi nuovi. Lo faremo sul piano dei contenuti scientifici e della regia generale, oltre la politica del singolo evento e accanto alla girandola delle iniziative collaterali, pur importanti; lo faremo concentrandoci sui target di pubblico e sui numeri, oggi non soddisfacenti; e lo faremo occupandoci della gara appena partita, per la nuova e ultima ala da inaugurare, con la sistemazione delle splendide collezioni ancora in deposito. Un traguardo su cui convoglieremo tutte le forze per evitare tempi morti.
Intendiamo quindi allargare la rete di collaborazioni istituzionali, convinti che le migliori occasioni di progettualità nascano proprio dal confronto e dall’apertura, su livelli internazionali. E infine ci concentreremo sul contemporaneo, nelle sue avvincenti relazioni con l’archeologia e la storia, così come avviene nei grandi musei del mondo, a partire dal MANN di Napoli: vorrei questo diventasse un segmento interno, strutturale, con contributi di professionisti e una programmazione ragionata di alto livello. Sempre nel rispetto dell’identità del museo. A questo proposito, partiranno nei prossimi mesi iniziative dedicate agli spazi e alle collezioni attualmente non visibili, anche con contributi di artisti contemporanei: un modo per trasformare l’attesa in contenuto, in occasione e in progressivo svelamento. La nuova, piccola project room, affacciata sul cortile d’ingresso, è un primo segnale di quanto ci apprestiamo a fare. Sarà un anno di fermento, per un museo che è già straordinario e che si prepara alla sua definitiva veste, potenziato ed ampliato
“.

Trapani, lo scalone del Museo Pepoli
Trapani, lo scalone del Museo Pepoli


ROBERTO GARUFI AL PEPOLI. COLLEZIONI, SERVIZI, COMUNICAZIONE

“Il rinnovamento del Museo Pepoli deve partire da un progetto dedicato a temperatura e illuminazione degli spazi espositivi, e poi ancora migliorie tecnologiche degli allestimenti storicizzati, percorsi di visita dedicati ai bambini, un nuovo allestimento della pinacoteca, che faccia tesoro dell’esperienza della mostra appena inaugurata, “Il ritratto nel Novecento. Capolavori dai Musei Civici di Milano.
Parallelamente, occorre attuare una strategia efficace di comunicazione, per superare l’attuale invisibilità del Museo nel panorama nazionale e internazionale. Nascerà a breve la sezione numismatica, si digitalizzeranno i nostri preziosi archivi per metterli a disposizione degli studiosi, si realizzerà il lapidario nei due ordini del chiostro per raccontare la storia di Trapani. Nell’agenda ci sono anche bookshop e bar, nuovi locali di biglietteria, guardaroba e prima informazione in linea con gli standard internazionali, un personale di custodia che sia adeguatamente formato per raccontare le collezioni, interventi di pulitura e restauro delle opere che diventino tappe del percorso espositivo.
L’esperienza positiva della mostra sul Ritratto mi conforta sulla volontà di coinvolgere il gruppo di lavoro, formato con professionalità interne all’amministrazione regionale, in un programma di mostre dedicate alle collezioni del museo, mentre gli Amici del Museo Pepoli saranno partner indispensabili di un programma di attività culturali declinato nell’intero anno”.

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