Uno straordinario viaggio per comprendere la disabilità, con Simonetta Agnello Hornby e George Hornby, di Marcello e Elena Mussolin

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A Palermo per presentare il suo ultimo libro, Nessuno può volare, Simonetta Agnello Hornby ha incontrato i suoi lettori . Ci ha parlato, oltre che del suo libro, anche dello straordinario docufilm in onda su “Laeffe”.

In esclusiva per i nostri felicissimi, un nostro riassunto dell’incontro, partendo dalla scrittura a più mani, ed in particolare con il figlio George:

E’ stato un “rischio” terribile per me scrivere questo libro perché Giorgio ne ha scritto alcune parti. L’ho coinvolto in una cosa che poteva andare male: male perché poteva essere non ben scritto, perché io non ho visto nulla di suo fino a giugno – mentre lui sapeva quello che scrivevo io –  e perché avrebbe potuto vendere male,  per cui avrebbe detto “ah, la mamma, la mamma…” però è andata, ce l’abbiamo fatta !

Che suggerimenti darebbe a chi volesse cominciare a scrivere?

Fare lo scrittore non è un quel che sembra: non  sempre è un bel lavoro: non me la sento di consigliarlo a un figlio, una bambina, eccetera: vivere di scrittura significa dipendere totalmente dagli editori, dal pubblico e dalla tua faccia. Sì, la tua faccia, quella che ti si richiede per parlare con il pubblico, per esporti. Ci sono tanti scrittori che conosco e la cui timidezza li blocca. 

Per cui non lo consiglio mai ai giovani perché il talento non basta: ricorda che “vali quanto l’ultimo” libro, la banca non ti darà un mutuo per questo: consiglio “fate un lavoro, fate lo scrittore ^a lato^ … purtroppo il grande successo l’hanno in pochi. Ma scrivete non per contratto, perché il lettore capisce tutto.

E Lei, come ha cominciato ?

Io facevo l’avvocato, Londra, Palermo, i figli, una vita in movimento: poi, il 2 settembre del 2000 mi trovavo all’aeroporto di Fiumicino e l’aereo aveva un ritardo. Io avevo tutte le marmellate di mamma in borsa e neanche un libro. Non avevo carta per disegnare… nulla, non avevo niente da fare.

Niente da fare: la noia è terribile e non ci sono abituata. Nella noia cominci a pensare: “che succede a casa,  sono venuti i ladri, cosa faccio in ufficio domani, gli  animali, il cane, avrà mangiato il gatto…… “

In quel momento “mi venne” un… film, chiamato “La mennulara”  che finì quando avevano superato Parigi, dopo due ore e mezza. Arrivata a casa, lo scrissi.

E tutti mi prendevano in giro … adesso ti metti pure a scrivere, che ti metti in testa, ma poi il manoscritto andò alla Feltrinelli e … Ora sono qui.

Non potevamo non chiedere alla signora Agnello se per Lei Palermo è ancora Felicissima o da Londra si veda  una città diversa:

Palermo è una città di sofferenze,  come Bari,  come Napoli o forse ancora di più. Lo è sempre stata. Ma non pensate che Londra sia tanto meglio: adesso abbiamo Corbyn, Theresa May, questa brexit… Ma è la mia città, anche se non vivrò mai qui perché i miei figli vivono a Londra ed il mio studio è qui. Vengo sempre con piacere, io sono fiera di essere palermitana, con tutti i sui problemi, le amarezze, e non dico “che schifo la Sicilia”, io sono Palermitana, ma anche Agrigentina, di Siculiana… insomma, una felice siciliana della Sicilia Occidentale. 

Progetti per il futuro?

Ho smesso di fare l’avvocato a 70 anni. Non ci sono più i tempi, i ritmi di lavoro, i clienti hanno altre esigenze. Certo, un grande dolore però ormai ho deciso. Ma continuerò ad occuparmi di violenza sulle donne, ho in mente un progetto di cui parleremo l’anno prossimo. Voglio pure fare qualcosa in teatro sulla violenza alle donne, includendo pure i bambini. I bambini che spesso assistono alla violenza e ne sono vittime inconsapevoli. Ma anche sugli uomini. Anche gli uomini possono essere oggetto di violenza, ma non se ne parla mai.

Grazie, Simonetta !

 

Riportiamo, come nostra consuetudine, il contenuto della terza di copertina (ed. Feltrinelli)

Quando si nasce in una famiglia come quella di Simonetta Agnello Hornby, si cresce con la consapevolezza che si è tutti normali, ma diversi, ognuno con le proprie caratteristiche, talvolta un po’ “strane”. E allora con naturalezza “di un cieco si diceva ‘non vede bene’, del claudicante ‘fa fatica a camminare’, dell’obeso ‘è pesante’, dell’invalido ‘gli manca una gamba’, dello sciocco ‘a volte non capisce’, del sordo ‘con lui bisogna parlare ad alta voce’”, senza mai pensare che si trattasse di difetti o menomazioni. Attraverso una serie di ritratti sapidi e affettuosi, facciamo così la conoscenza di Ninì, sordomuta, della bambinaia Giuliana, zoppa, del padre con una gamba malata, e della pizzuta zia Rosina, cleptomane – quando l’argenteria scompare dalla tavola, i parenti le si avvicinano di soppiatto per sfilarle le posate dalle tasche, piano piano, senza che se ne accorga, perché non si deve imbarazzare… E poi naturalmente conosciamo George, il figlio maggiore di Simonetta. Non è facile accettare la malattia di un figlio, eppure è possibile, e la chiave di volta risiede proprio in quel “nessuno può volare”: “Come noi non possiamo volare, così George non avrebbe più potuto camminare: questo non gli avrebbe impedito di godersi la vita in altri modi. Nella vita c’è di più del volare, e forse anche del camminare. Lo avremmo trovato, quel di più”. Lo stesso proposito quotidiano ci arriva anche da George – che da quindici anni convive con la sclerosi multipla –, la cui voce si alterna a quella della madre come un controcanto ironico ma deciso nel raccontare i tanti ostacoli, e forse qualche vantaggio, di chi si muove in carrozzella. Simonetta Agnello Hornby ci porta con sé in un viaggio dalla Sicilia ai parchi di Londra, attraverso le bellezze artistiche dell’Italia. Un viaggio che è anche – soprattutto – un volo al di sopra di pregiudizi e luoghi comuni, per consegnarci, insieme a molte storie toccanti, uno sguardo nuovo. Più libero.

Ringraziamo lo staff di Voglia di Leggere di via Pacinotti 36 a Palermo. Belle, brave e competenti (anche i maschietti, a dire il vero…)

2 pensieri riguardo “Uno straordinario viaggio per comprendere la disabilità, con Simonetta Agnello Hornby e George Hornby, di Marcello e Elena Mussolin

  • 27/10/2017 in 15:09
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    Ricordo di avere visto,non moltissimo tempo fa, un film dal titolo “Io e George”.Credo l’avesse trasmesso Rai 3 e forse è possibile rintracciarlo su internet. Gran donna Simonetta e straordinario George. Ricordo che mi emozionò moltissimo e mi fece riflettere su tante cose che ,non sperimentando direttamente, siamo portati a considerare con superficialità.

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